Se sono l’uomo che sono oggi, lo sono perché mio padre ha creduto nel bambino che ero ieri. Si dà spesso per scontato che un padre, solo per il fatto di essere tale, sia buono, bravo e invincibile, ma con mio padre questo non è sempre stato vero.
Non fraintendetemi, è solo che alle volte ho creduto di non potercela fare, ad essere come lui intendo, di non poter superare quell’ombra enorme che mio padre è, perché lui, nel suo lavoro, posso dirlo con fierezza, è il migliore.
Mio padre è uno di quegli uomini che 30 anni fa non si è fermato credendo che la meccanica si limitasse a tagliandi e frizioni, mio padre sapeva più di chiunque altro che il progresso avrebbe cambiato le cose ed ha deciso di stargli al passo aggiornandosi e acquistando strumenti di ultima generazione che con amore, e alle volte un po’di gelosia, mi ha tramandato.
Mentre lavoravo nell’officina di famiglia, mi sono laureato, perché è vero che la mia vita è l’elettronica, ma lo sono anche tante altre cose, e, in silenzio, mio padre di questo mio traguardo si è riempito il petto d’orgoglio. Quando scegli di lavorare al fianco di tuo padre, scegli di trasformare una relazione per natura complessa e quasi intoccabile, quella padre-figlio, fatta di lavate di testa, urla, incomprensioni, pacche sulle spalle: ecco, se scegli di lavorare insieme quel rapporto deve necessariamente cambiare, deve essere uomo a uomo ed è in questo cambiamento che finalmente riesci a comprendere che tuo padre, per quanto buono e bravo sia, non può essere invincibile.
Al diavolo l’invincibilità, non mi avrebbe portato da nessuna parte se l’avessi rincorsa! La bellezza del mio mestiere, dello stesso mestiere insegnatomi da mio padre, è proprio la sua capacità di farti sentire fallibile, di farti credere ogni giorno di non potercela fare e puntualmente smentirlo perché cazzo, io sono veramente bravo in quello che faccio e sono buono, perché mi è stata insegnata l’importanza d’esserlo, ma invincibile no, non lo voglio essere, mi leverebbe il gusto di aver raggiunto il traguardo con fatica.
Ecco, mio padre non è invincibile ma è un campione in fatto di traguardi.
Sul posto di lavoro, mio padre è Luciano.
“Lucia’ vie’ un attimo”, “Lucia’ ma ‘sta spia”, “Lucia’ apri un po’ ‘sta centralina”… Se un padre ha diecimila responsabilità nei confronti di un figlio, secondo voi quante ne avrà se ci lavora anche assieme? Come se non bastasse, Luciano è anche il mentore di Gian Marco e come avrete ben potuto intuire anche lui è stato contagiato dai sogni di mio padre. I sogni. I sogni sono contagiosi (che meraviglia). Ma ci pensate? Noi nella nostra vita abbiamo avuto la fortuna di veder un sogno così grande realizzato.
No, fermi… Ma quale fortuna?! I meriti sono tutti i nostri. La fortuna è di chi non se la cerca e se la ritrova: noi ce la siamo cercata, sudata e creata, è ben diverso e concorderete con me, ne sono sicuro, che la soddisfazione è certamente più grande quando sei tu stesso l’autore del tuo successo.
Ecu Lab Auto oggi esiste perché io e Gian Marco abbiamo creduto di potercela fare, perché l’abbiamo desiderato così fortemente che gli occhi avevano preso ad urlarlo quanto lo volessimo e perché ci siamo rimboccati le mani per averlo, questo è certo.
Io non so se sarò mai come Luciano ma forse non serve, sarò come me e questo (anche se fa paura) mi piace da morire.
Grazia pa’, da qui in poi ce la faccio.
Damiano